“Se ne stava vestita di nebbia la quercia, gigantesca guardiana, là dove le tenebre dai cespugli con cento occhi neri guardava”.
W.Goethe

La Ghiandaia e la Quercia

Sono una strana coppia, la quercia e la ghiandaia. Noi siamo soliti ammirare le querce, ma le ghiandaie?In certe zone, sono color grigio-blu e sembrano sempre impolverate. In altre, sono blu e nere con creste appuntite che le fanno assomigliare in volo alle punte di freccia. [...] Non a caso , il nome scientifico della ghiandaia europea è Garrulus , ovvero «colui che parla troppo». Ma se vogliamo ammirare le querce, sarà bene che impariamo ad ammirare anche le ghiandaie, poichè insieme hanno cambiato la superficie della Terra.

Le ghiandaie fanno quello che le querce non sanno fare: si muovono. [...] Le ghiandaie trasportano le ghiande vicino alla loro zona di nidificazione. Là, alla soglia del bosco – o sul limitare tra bosco e campo o tra erba alta e erba bassa o fra prato e giardino – sotterrano le ghiande che hanno trovato, non a gruppi, ma una per volta. La ghiandaia spinge ogni ghianda il più possibile sdottoterra. Poi lavora di becco fino a ricoprirla interamente di terra e sabbia. Quindi raccoglie qualche foglia, qualche ramoscello o qualche sassolino, spargendoli ad arte sopra il tesoro nascosto. In autunno, ogni ghiandaia seppellisce in media più di quattromilacinquecento ghiande. [...] In media, per ogni quattro ghinde nascoste, le ghiandaie ne recuperano una soltanto. Malgrado molte volte vengano poi scovate da altri predatori, si infettino e marciscano o vengano distrutte dalla ghiandaie stesse dopo che germogliano, si ritiene che almeno duecento fra quelle che ogni ghiandaia sotterra annualmente diventino veri e propri semenzali. Non serve un matematico per capire quanto ciò possa aiutare la propagazione delle foreste di quercia.

Da La quercia. Storia sociale di un albero di William Bryant Logan

Il nostro emblema

Dal 5 Maggio 1948 un ramo di quercia unitamente a quello di un olivo rappresentano insieme alla stella e alla ruota dentata la Repubblica Italiana. L'una incarna la forza e la dignità del popolo italiano, l'altro la volontà di pace della nazione ed entrambi sono l'espressione delle specie più tipiche del nostro paese.

Inchiostro

Dalle lavorazione delle galle di quercia è possibile ottenere un tipo di inchiostro nero generalmente a base acquosa. Questo tipo di inchiostro, quasi indelebile e di facile produzione è stato usato sino all'inizio del XX secolo, sostituito poi da miscugli più complessi adatti ai pennini moderni. La sua colorazione è ottunata dalla reazione del tannino contenuto nella galla e l'addizione di un sale ferroso, motivo per cui è propriamente conosciuto come inchiostro ferrogallico. Esistono prove del suo utilizzo sin dall'età romana, per poi trovare maggior successo e diffusione nel medioevo di cui si evincono tracce di innumerevoli ricette.Personaggi del calibro di Leonardo da Vinci, Rembrandt, Johann Sebastian Bach, lo hanno utilizzato per immortalare i propri capolavori. Su Google è possibile rintracciare antiche ricette per preparare questo tipo di inchiostro; con un pò di pazienza e di lavoro potrete ottenere il vostro inchiostro ferrogallico completamente naturale.

Ecco il mio.

Ecoprint

Con le foglie della quercia, raccolte in un determinato periodo dell'anno è possibile inoltre decorare stoffe e ceramiche, precedentemente preparati a ricevere il colore. Il potere tintorio di questo albero è maggiormente concentrato nella corteccia e nelle sue galle, dove la percentuale di tannino è maggiore. Questo composto è utile anche nelle pratiche di eco printing , una forma naturale di stampa e colorazione delle stoffe di origine sia animale che vegetale. Utilizzando lo stesso concetto precedentemente esposto nella produzione di inchiostro (ricordate la reazione chimica tra tannino e sale di rame che in soluzione acquosa danno origine al nero?), è possibile utilizzare parti della quercia per ottenere particolari sfumature su stoffa.

Qui sotto potete vedere alcuni esempi anche di foglie di quercia impresse su stoffa dalla mia amica Marzia Ortolani, esperta di eco printing.